Coach Giovanni Teso, un discorso motivazionale da pelle d’oca.

Ogni maledetto canestro. A scuola da coach Giovanni Teso. un discorso motivazionale che vale il paragone con Al Pacino.

“Sapete con il tempo, con l’età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle cose le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Capitelo. Mezzo passo fatto un po’ in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloci o troppo lenti e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro […] perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. […] Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui”.

Un discorso entrato nella storia, cinematografica e non, di tutti gli spogliatoi da quando lo sport di squadra ha iniziato ad esistere dopo “Ogni Maledetta domenica” il film dal discorso più cult della storia della cinematografia sportiva recitato da Al Pacino nei panni del coach di football Tony D’Amato ai suoi Sharks di Miami.

Chiunque lo abbia masticato tra noi del Secis BCJesolo non può che aver pensato al monologo di Al Pacino quando l’altra sera alle “D’Annunzio” ha sentito coach Giovanni Teso parlare ai suoi e ai nostri ragazzi.

Un discorso motivazionale, certo, lui seduto su una sedia a distanza “obbligata” dalla panchina che ospitava i nostri 15 atleti che hanno preso parte all’allenamento. L’impatto è stato forte, per i dirigenti che sono arrivati con un attimo di ritardo. Silenzio di tomba, la sua sola voce e tutti gli occhi puntati e le orecchie tese ad ascoltarlo. Nessun copione da rispettare, coach Giovanni Teso non ne ha bisogno, nessun gobbo elettronico, solo lui con i suoi giocatori, Mauro Zorzan in parte e Alistair Cortese in parte ed il resto dello staff a distanza di sicurezza.

“La formula del campionato non ammette cali di concentrazione, nella seconda fase si portano i punti acquisiti nella prima. Vincere di 7 piuttosto che di 3 può rivelarsi decisivo nell’economia del campionato, così come in una eventuale sconforta le differenze canestri saranno decisive. Questo significa stare attenti ai minimi particolari e non concedere nulla. Mai superficialità , ma sempre massima concentrazione. Ogni possesso offensivo e difensivo lo giocheremo come il decisivo. Dare il 100% in ogni singola azione è ciò che vogliamo fare . Ognuno dovrà dare tutto ciò che ha nei minuti in cui giocherà, consapevole che le rotazioni saranno frequenti già dopo pochi minuti dall’inizio della partita . Ogni sforzo in più sarà un mattone per costruire la vittoria. Il nostro sistema si chiama “squadra” e ci alleneremo e giocheremo perché l’altruismo e lo spirito di sacrificio del gruppo crescano sempre più. Uomini sempre compatti tra loro e a maggior ragione nei momenti di difficoltà, è lì che vedremo ciò che siamo , è lì che emerge la squadra vera. Ho tanta fiducia. Ognuno dovrà anteporre sempre Il bene della squadra a questioni personali . Le grandi squadre sono tali perché hanno nel dna questo obiettivo di lavoro. Nei momenti di difficoltà ognuno avrà la certezza che la squadra è unita e che insieme si supererà ogni ostacolo. La nostra squadra ha qualità morali importanti e so che non ci sarà nessun atteggiamento negativo che possa scalfire lo spirito del gruppo . Le mie sensazioni sono molto positive, sento che c’è tanto in voi. Io conto su di voi e ognuno di voi sa che può sempre contare su tutti i suoi compagni.

Queste sono state alcune parole di Giovanni Teso, chiare, chiarissime, che rientrano nella categoria dette una sola volta e che valgono per sempre. E anche da scrivere sui muri dello spogliatoio perché siano perennemente vive nella testa dei giocatori.
Azzardato paragonare questo discorso a quello di Al Pacino? Forse, ma proviamo a sostituire la parola “centimetri” con “differenza canestri”. Canestri e possessi di palla, Il massacrarsi di coach Tony D’Amato, non è forse l’”uscire finiti” dal parquet? Pensateci bene.

Il basket come metafora di vita, come può non esserlo oggi come oggi ai tempi del Covid? O giochi o muori dentro come giocatore, allenatore, massimo dirigente o semplice addetto ai lavori dello staff. Uno staff che ha sempre vissuto di basket, non solo da ieri o dall’altro ieri. E che, vogliate crederlo o no, amare la pallacanestro (lo sport in generale, sia chiaro) e non potere nemmeno aprire il lucchetto dei palloni della palestra, o semplicemente la porta del “Pala Cornaro” è come spegnersi poco a poco. Va bene un mese, due, facciamo anche tre, ma un anno è stato tantissimo. Per tutti noi.

Ufficio stampa Secis BCJesolo  Thomas Maschietto

Coach Giovanni Teso mentre spiega i movimenti in attacco a Nicolò Zamattio

 

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