Davide Bovo ritorna nella “sua” Jesolo. E’ lui il volto nuovo in casa Secis

Bentornato Davide Bovo!

Bentornato splendido ragazzo, eterno viso da bambino dal cuore d’oro e con la testa sempre sulle spalle.

Davide Bovo è un nuovo giocatore del Secis BCJesolo. Un ritorno gradito quello di Davide che, ci avremo giurato, prima o poi avremo visto nuovamente vestire la nostra casacca.
Nel ritorno di Davide Bovo ci ha messo la sua firma Alistair Cortese.
“E’ il suo primo colpo di mercato nella sua nuova veste da direttore sportivo” ci ha scherzato sopra Mauro Zorzan l’altra sera in palestra. Una battuta che abbiamo condiviso per sottolineare l’impegno a 360° che il furetto con i capelli a spazzola ci mette da mattina alla sera per i nostri colori.
“Ovviamente la scelta è stata dovuta alla pandemia. Se tutto fosse stato normale avrei giocato a Murano la società con la quale mi ero accordato ad inizio anno per giocare la C Gold” spiega con grande onestà professionale Davide Bovo.
“Non nego però che quando si è prospettato lo scenario di tornare subito a giocare, che c’era la possibilità di farlo in una società come il Secis BCJesolo non ho esitato. A Jesolo mi sono trovato da Dio e ho detto subito di sì a Emil Cavallin a Mauro Zorzan e ad Alistair Cortese”.
Però si è sempre avuta l’impressione, almeno si respirava nell’aria, che per te le porte del Pala Cornaro sarebbero sempre state aperte e che ci saremo rivisti presto e certamente non da avversari.
“Sapevo che prima o poi ci sarei tornato” ci conferma Davidone. “Ho passato un anno bellissimo qui (campionato 2017-2018) con tanti giocatori che saranno ricordati per sempre nella storia della società e con alcuni dei quali torno a giocare come Nicolino Ruffo, Matteo e Nicola Maestrello. Ho passato un anno meraviglioso in cui mi sono goduto il campionato e giocare a basket, cosa che non è sempre scontata”.
“Insomma ci avevo lasciato un pezzo di cuore. I rapporti che si costruiscono non è che spariscano perché cambi squadra o fai delle scelte professionali che ti portano verso altri lidi. Questi rapporti rimangono, semmai si rinforzano ancora di più, visto che ci siamo sempre continuati a sentire. E poi l’estate la passo a Jesolo, quindi ho sempre avuto un legame che mi ha tenuto sempre unito con tutto quanto ruota attorno alla pallacanestro jesolana”.
Come si vive, come si affronta da giocatore una pandemia che da un anno ha messo a dura prova i rapporti sociali e lo sport di squadra?
“Ho iniziato il campionato in serie B a Mestre, poi a gennaio 2020 sono passato a Murano. Un mese dopo è scattato l’allarme coronavirus e ho dovuto rinunciare ad una delle cose che amo di più fare. Questo vale per me come credo come per molti altri ragazzi che come me sono cresciuti con la palla a spicchi in mano” prosegue Davide Bovo. “Ho sofferto molto per questo blocco dei campionati. Non mi piace essere definito “giovane”, ma a 23 anni sei all’inizio della tua carriera e non sei ancora un giocatore a tutti gli effetti. Perdere quattro/cinque mesi di allenamenti e gioco, occasioni uniche per imparare, sviluppare il tuo carattere e quindi migliorare, è una cosa veramente fuori dal mondo”.
Questo da giocatore, ma da ragazzo, da uomo fuori dal parquet?
“Eh… mi mancano tante cose… mi manca la mia vita.. le uscite con gli amici, la cena dopo un allenamento, il trovarsi senza preoccuparsi di abbracciarsi che adesso non si può più. Il solo contatto umano… è un qualcosa di nuovo a cui dobbiamo abituarsi. Durante la pandemia ne ho approfittato per darci dentro ancora di più con gli studi universitari. Mi mancano un paio di esami per finire il mio percorso di studi in ingegneria meccanica, il traguardo è vicino ormai, spero per settembre di piantare una altra bella bandierina del mio cammino di vita. E aiuto mio papà nella sua azienda, quindi ho cercato di distrarmi dalla pandemia tenendomi ulteriormente occupato in più ambiti".
Davide, raccontaci ancora qualcosa di te..
“Sono un ragazzo che vive per il basket. Durante la pandemia sono passato da allenarmi ogni sera a guardare due partite al colpo dopo cena. Vivo per questo, è la mia passione da quando avevo quattro anni. Non potendomi allenare, non sono riuscito però a farne a meno. Ho guardato l’Nba, l’Eurolega, le partite della serie A1. E quelle giocate dal mio amico Lorenzo Ambrosin con Tortona. La mia vita, il mio hobby, la mia passione hanno solo un nome: la pallacanestro”
“E il basket per me è semplicemente una liberazione. E adesso che sono tornato ad allenarmi provo proprio questo senso di liberazione”.
Ufficio stampa Thomas Maschietto

Comments

comments

Posted in Uncategorized.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *