Il guerriero Giovanni Teso. La sua vittoria, le sue mosse, la sua professionalità.
Dal discorso motivazionale di fine febbraio a quattro mesi frenetici di basket tra allenamenti, concentrazione, lavoro psicologico e fisico in palestra con il suo staff per rendere perfetta la sua macchina da guerra.
Perché Giovanni Teso, il nostro coach, il coach dalle tante promozioni e dalle tante lotte al vertice in una carriera lunghissima ai bordi della panchina, ha dentro di sé anche un lato guerriero che sa far esprimere ai suoi giocatori. Giocatori che coach Giovanni ha voluto abbracciare uno ad uno alla fine della finalissima di Rovigo contro Imola.
GIOVANNI, INTANTO TI FACCIAMO I COMPLIMENTI PER LA CONQUISTA DELLA SERIE B.
“Innanzi tutto ringrazio la società per avermi dato fiducia, lo staff per la costante collaborazione e tutti i giocatori, dai più giovani ai più esperti, per il costante impegno” ci tiene a dire coach Giovanni Teso. “Un pensiero particolare va a Nicola Ruffo e al Capitano Matteo Maestrello che sono sempre un esempio per i compagni. Tutti insieme abbiamo creato quella coesione che è il presupposto fondamentale per le annate vincenti. La nostra vittoria non è stata frutto del caso, ma della crescita costante che la squadra ha evidenziato, sia tecnico – tattica, sia dal punto di vista della tenuta mentale.
“L’ultima decisione è la mia, però, oltre che con il mio vice Matteo Gambarotto con cui ovviamente il confronto è costante, ho chiesto spesso un parere a tutti i giocatori. Sia su alcune scelte importanti del nostro gioco, sia su i più piccoli particolari. Ritengo sia fondamentale ascoltare la loro opinione in quanto, poi, sono loro che devono applicare in campo quanto stabilito”.
LA LETTURA DELLA SFIDA INFINITA CON IMOLA. “La partita d’andata con Imola, quella al rientro dal covid, mi è stata utile per capire in modo approfondito pregi e difetti degli avversari” ci svela coach Teso. “Nella gara di ritorno, però, seppur fosse una partita molto importante per decidere il primo posto, non ho comunque voluto svelare tutte le carte che avevo in mente, tenendole appositamente per la gara decisiva”. Nella finale, grazie all’applicazione dei giocatori, alcune nuove scelte tattiche e marcature differenti si sono poi rivelate tra gli aspetti decisivi”.
L’ANIMO GUERRIERO DEL COACH. Ognuna delle mie promozioni è diversa dalle altre. La squadra di quest’anno è uguale alle formazioni giovanili che ho allenato al Basket Mestre prima e poi alla Reyer. Avevo gruppi non eccezionali fisicamente e magari meno talentuosi dei top club. Però, quando si andava in giro per l’Italia, non si aveva paura di nessuno e con una determinazione al di fuori del comune si sovvertivano i pronostici. La squadra di quest’anno mi ha permesso di amplificare anche quella che è la mia parte “guerriera” nel mio modo d’essere allenatore. I ragazzi sono stati bravissimi, non solo come giocatori, ma come persone. Avrei voluto che questo campionato non finisse, che prima della promozione ci fossero ancora altre partite da giocare, questo perché è stato bellissimo, insieme a loro, superare ogni momento di difficoltà e, alla fine, gioire. Ora ci attende un’altra importante sfida”.
Ufficio stampa Thomas Maschietto
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