Si è spento Roberto Cedrelli. Secis BCJesolo in lutto. Il ricordo di Mauro Zorzan e Maurizio Longhin, due suoi compagni di squadra, due suoi amici.
Eri il numero 13 sul parquet, oggi sei e sarai sempre dentro di noi, nella testa e nel cuore.
Ciao “Cedro” ci mancherai.
Il basket jesolano piange la scomparsa di Roberto Cedrelli uno dei suoi storici capitani, di quelli che hanno scritto pagine indelebili di pallacanestro sul parquet delle mitiche “Michelangelo” e “D’Annunzio” e sui cuori degli amici e dei suoi compagni di squadra.
Il Secis BCJesolo si stringe forte attorno alla moglie Rossella e al figlio Tomaso che sono stati gioia e felicità di Roberto nel corso della sua vita.
Le parole, di chi lo ha avuto fianco a fianco dentro e fuori dal parquet, escono a stento perché si mischiano alle lacrime trattenute nel nodo alla gola.
“Roberto era il carisma fatto persona. In campo era un duro, fuori un vero uomo, una persona squisita. Una persona mostruosamente capace di tenere il gruppo, con il sorriso sulle labbra, lo voglio ricordare così” è quanto ne viene fuori dalla voce strozzata di Mauro Zorzan. “Avevo quattordici anni quando sono entrato in prima squadra e tre erano i miei punti di riferimento, perché quando sei ragazzino guardi sempre i più grandi con una certa ammirazione. E li vedi come quelli che ti possono insegnare tante cose e aiutare a crescere come persona. Erano Roberto, Claudio Scapolan e Gigio Dainese”.
Parole che ti fanno venire la pelle d’oca e crediamo che l’espressione usata da Mauro possa valere per tutti quando dice “E’ venuto a mancarmi e a mancare un altro pezzo di storia, che può essere la mia, come anche quella del B.C. Jesolo”.
Roberto Cedrelli ha iniziato con il basket quando aveva undici anni assieme a lui il nostro Maurizio Longhin.
“Si vedeva subito che Roberto sarebbe diventato forte, era predisposto per essere un atleta completo. Come tutti i giovani, anche noi eravamo attratti da quelli più grandi, i vari Scapolan, Carraro, Rossetto, Bianchin. E’ stato uno dei migliori giovani della scuola cestistica del professor Valter Colbacchini. Nel 1976 mi ricordo che partecipò ai Giochi senza Frontiere che si disputarono a Liechtenstein, questo per capire che fisicamente era predisposto a praticare sport”.
Un altro pezzo di storia che se ne va, ma che resterà per sempre nei nostri cuori.
Ciao “Cedro”, ciao Roberto.
Ufficio Stampa Thomas Maschietto
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