Paolo Busetto, il cappellino del papà, i sigari e quel terzo quarto da paura!

Il cappellino del papà, i sigari per la vittoria e le emozioni del campionato vinto di Paolo Busetto.

Cappellino del papà sulla fronte con la visiera rovesciata a mo’ di Jovanotti e Will Smith ne “Il principe di Bel Air”. Sigaro in bocca alla tenente Colombo, Al Pacino o Robert De Niro o chi volete voi e torso nudo con gli addominali scolpiti.

Paolo Busetto è il ritratto della felicità. Questo valeva per la nostra più bella domenica di giugno, ma anche per oggi, per domani, per sempre. Perché questa promozione in B, proprio questa qui, resterà per sempre.

“Le emozioni durante il dopo gara sono state tantissime, sicuramente la gioia immensa per la vittoria, la soddisfazione di vedere ripagati tutti gli sforzi fatti quest'anno, ma anche un po' di tristezza per la fine di un percorso nel quale ci siamo divertiti tantissimo!”ci dice Paolo Busetto.

LACRIME DI GIOIA. “Un bel mix di sentimenti forti quindi, ecco perché molti di noi alla sirena finale sono scoppiati in lacrime, tra gli abbracci e le grida liberatorie del momento. Le foto con sigaro e coppa sono di rito, siamo tutti incredibilmente fieri del risultato che abbiamo raggiunto e siamo felici di condividerlo!”

LA FORZA DELLA SQUADRA. “Dopo una stagione così è impossibile non essere felici” prosegue il nostro play guardia con il numero 11 sulle spalle. “Personalmente so di poter migliorare e cercherò di dare sempre il massimo in campo, la nostra squadra si è sempre basata sul gruppo, mai sui singoli, questo ci ha permesso di vincere partite in cui magari le percentuali non erano così brillanti, la nostra forza era la consapevolezza di avere sempre un compagno pronto a sacrificarsi e questo alla fine ha pagato. Sento questa vittoria mia come lo è di ognuno dei miei compagni, dal primo all'ultimo”.

Riviviamo ancora una volta la nostra finale contro Imola. Decisivo è stato il terzo quarto. “Buso” con un tiro libero segnato è stato protagonista della fuga decisiva dell’11-0 di parziale che ci ha permesso di staccare nuovamente gli avversari, dal 31-31 al 42-31 per noi dopo 52 secondi del terzo quarto.

“Il terzo quarto è stato decisivo per l'andamento della gara” è l’analisi di Busetto della finalissima che a quanto pare è un ricordo ancora bello fresco. “Siamo usciti dagli spogliatoi sapendo che era quello il momento di dare tutto. Così abbiamo alzato i giri in difesa come solo noi sappiamo fare. Ogni volta che abbiamo messo quel tipo di aggressività nella metà campo difensiva i nostri avversari sono andati in difficoltà. Gli abbiamo chiuso le linee di passaggio, rotto i loro giochi e messo il fisico sulle loro penetrazioni facendoli innervosire, da lì anche le cose nella metà campo offensiva sono migliorate, attaccare contro una squadra frustrata perché non riesce a fare il proprio gioco è molto più facile. Da lì è stata solo una questione di concentrazione nel gestire il vantaggio”.

SIGARI, CAPPELLINO, FAMIGLIA E DEDICHE. “Non ho una dedica particolare per la Coppa, ma se dovessi sceglierne una direi sicuramente il nostro capitano Matteo Maestrello” conclude Paolo Busetto. “E’ sempre stato un esempio per tutti noi dentro e fuori dal campo, per la forza che ha dimostrato di avere nel dare il massimo per aiutarci in ogni momento nonostante tutto quello che stava passando. E’stato davvero incredibile”.

“Ho portato io i sigari perché  sono di rito come il taglio della retina. Non ho detto nulla a nessuno prima della partita per scaramanzia ma speravo tanto di poterli accendere a fine gara. Il cappellino è di mio padre, i miei genitori erano a Rovigo a vedere la partita e me l'ha dato a fine gara, non ha un significato di per sé ma il fatto che loro fossero lì è stato importante per me, durante la mia carriera mi hanno sempre seguito ovunque giocassi e anche se durante questa stagione non sono potuti venire fisicamente era sempre attaccati allo streaming”.

Ufficio stampa Thomas Maschietto (foto di Emma Iris Zorzan)

 

 

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